Il vino naturale secondo la formica

Cos’hanno di speciale i vini che vendiamo?

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Proviamo a rispondere a questa domanda.

Ogni vino che proponiamo nel nostro econegozio potrebbe definirsi “vino naturale”.

Cosa sono i vini naturali?

Ci sono già un sacco di dibattiti in giro e credo che al di là dei titoli la cosa importante sia dare al consumatore il maggior numero di informazioni sul prodotto e sul produttore. Lo sa bene il buon Angiolino Maule che già da anni in etichetta scrive ingredienti e analisi come a dire: “Il mio vino è questo, dentro c’è solo uva e l’analisi all’imbottigliamento è questa, se vuoi anche dargli un titolo fai tu”. Finito il dibattito sul vino naturale.

 

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I vini che proponiamo in sintesi hanno due caratteristiche:

  • la prima interessa a chi li beve
  • la seconda interessa anche chi di questi vini e del loro gusto non gliene interessa proprio niente

Per chi li beve

Nel bicchiere c’è la rappresentazione di quel che è successo quell’anno in un quel luogo determinato grazie all’interpretazione che quel preciso vignaiolo ne ha dato. Quel vino è stato prodotto da lui e non da altri, lì e non da un’altra parte del mondo. Processi irripetibili e mai con risultati identici.

In questo contesto l’uomo non è il protagonista ma soltanto uno degli elementi che compongono una rappresentazione in cui clima, piante, terreno e la complessità che la biodiversità crea, cercano un equilibrio con la tradizione degli uomini, la scienza e le tecniche agricole.

L’uomo ha la responsabilità di custodire quest’equilibrio.

Bottiglie che raccontano. E state sicuri che la storia non è mai la stessa.

E per chi non li beve?

Scegliamo vini che siano buoni anche per chi non li beve.

asinoiMi spiego. Negli ultimi anni il prosecco ha ritmi di vendita incredibili con picchi di crescita del 100%. Bum! Sarà buonissimo immagino, ma credete che ai bambini interessi qualcosa? Intendo dire, credete che questo interessi ai bambini che non possono uscire di casa a giocare perché lì vicino stanno facendo i trattamenti? Non credo.

In una famosa puntata di Presadiretta (ecco il link) si arriva al paradosso di una mamma che porta i figli a giocare in un piazzale dell’area industriale piuttosto che nel prato davanti a casa perché le industrie hanno certamente i filtri mentre in vigna i trattamenti si spargono con i cannoni dal trattore e si diffondono nell’aria. Follie.

I nostri vignaioli sono custodi della terra che lavorano e che in molti casi è la terra della propria famiglia. Nei loro racconti orgogliosi compaiono bambini che corrono tra i filari in mezzo a fiori, erba, farfalle, lombrichi e lepri.

Il loro terreno è colmo di vita, le falde acquifere pulite e l’aria ben respirabile.

Questa è la viticultura che ci piace.

I vini che trovate sul nostro scaffale aspirano a rappresentare un preciso terroir senza la mediazione della chimica né in vigna né in cantina: sono quindi unici perché quel preciso connubio tra uomo, clima e luogo non sarà mai lo stesso. All’uomo spetta la custodia dell’equilibrio tra questi elementi in un tempo che supera la vita di un individuo ma si estende tra le generazioni. I vignaioli che sosteniamo si assumono questa responsabilità.

Per noi è molto importante il lavoro che fa l’associazione Vinnatur che vi invito a scoprire. Un’associazione che non ha paura di confrontarsi con la complessità.

Cos’hanno di speciale i vini che vendiamo? La Vita!

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