Abbiamo chiesto un racconto direttamente a Benedetta che è la mamma creatrice del marchio e dei bellissimi prodotti di raccontarsi. Ecco qui quel che ci risponde: “Eccomi! Ho cercato di raccontare in breve la storia di Coccole Creative anche con un po’ di immagini”
Qui di seguito la parola a Benedetta:
Coccole Creative è un marchio italiano di accessori realizzati a mano destinati alle mamme e ai bambini
Il progetto è nato poco più di due anni fa con la nascita della mia seconda figlia.
Contrariamente alle mie aspettative, ho dovuto trascorrere la mia seconda gravidanza a riposo per scongiurare una nascita prematura ed è stata quella l’occasione in cui ho iniziato a creare “coccole” fatte a mano per le mie figlie, con l’amore, la cura e l’attenzione ai dettagli tipica di una mamma. Ho poi deciso di condividere quello stesso amore realizzando oggetti per altri bimbi e per le loro mamme, scegliendo materiali naturali e ponendo la massima cura in ogni dettaglio.
Credo fermamente che siano le piccole cose a fare la differenza, la semplicità, l’attenzione ai particolari e la ricerca continua di migliorie, tutti aspetti questi che mi accompagnano sin da quando ero bambina e che si riflettono anche nella mia formazione professionale infatti sono un’archeologa e mi occupo di didattica per bambini.
Dare vita a Coccole Creative è stato come realizzare un sogno
Quando creo sono libera di esprimere la mia creatività, di giocare con i colori, di divertirmi e, lo confesso, di tornare bambina! Le mie figlie e le meravigliose mamme che ho incontrato e incontro nel mio percorso sono una continua fonte di stimoli e ispirazione.
Il mio percorso creativo è iniziato con le collane d’allattamento che ho iniziato a realizzare solo dopo averle personalmente testate: all’inizio ero dubbiosa ma poi accorgendomi di come fossero realmente utili ho iniziato a credere con tutta me stessa al valore di questo oggetto e a desiderare di condividere con altre mamme e future mamme la mia stessa esperienza.
La collana d’allattamento trae origine dalla saggezza anglosassone ed è, a mio parere, un accessorio immancabile per ogni mamma, è un gesto d’amore che unisce al proprio bimbo.
La collana infatti, indossata dalla mamma al momento dell’allattamento al seno (o artificiale), attira l’attenzione e la curiosità del neonato, lo aiuta a mantenere la concentrazione e ne favorisce l’esplorazione sensoriale. La collana inoltre è un alleato della mamma per evitare che il bimbo le tiri i capelli o la graffi, per intrattenerlo quando viene portato in braccio o con un supporto (è infatti un perfetto accessorio per mamme portatrici o babywearers) e può essere “mordicchiata” per alleviare il fastidio alle gengive durante il delicato periodo della dentizione.
Trattandosi di oggetti destinati ai più piccini ho inoltre deciso di utilizzare esclusivamente materiale di prima qualità e naturale, solo legno non trattato ed europeo, nessuna componente sintetica nè vernici nè silicone. Questa è una scelta personale che rispecchia la mia passione per le cose semplici, essenziali e senza troppi fronzoli. Le mie collane d’allattamento infatti sono realizzate usando solo filo di cotone italiano che uso per rivestire ad uncinetto perle di legno naturale: il cotone è delicato sulla pelle della mamma e su quella del bebè, scongiurando al contempo il rischio di allergie. Ogni collana è poi lavabile a mano con sapone neutro per garantire sempre la massima igiene.
Oggi Coccole Creative non è solo collane d’allattamento, è anche giochini da dentizione, portaciucci, doudou, bambole, sonagli, cappellini, giostrine da culla, giochini…pian piano ho ampliato la varietà delle mie creazioni mettendomi sempre alla prova e cercando di soddisfare al meglio le più disparate richieste.
Bianchi, con le balenine azzurre, con gli elefantini rosa o mille altre fantasie, questi telini quadrati prendono il nome dal tessuto da cui son fatti, la “mussola” appunto, un prodotto che ebbe origine in Bangladesh ma che gli europei incontrarono per la prima volta nella città di Mosul, nell’attuale Iraq.
Questa tela leggera dalla trama rada (assomiglia ad una garza un po’ più spessa) ha delle caratteristiche che la rendono molto pratica quando si ha a che fare con un neonato:
è sottile
resistente
traspirante
ha tempi di asciugatura molto rapidi
Niente male, no?
Le mussoline sono dei piccoli factotum!
Ce n’è una lì, morbida morbida, sul fasciatoio per asciugare il piccoletto (più si lavano e più si ammorbidiscono… le mussoline intendo, eh!). Poi ce n’è una sulla nostra spalla, dopo la poppata, quando si ci trova a tamburellare le dita su una piccola schiena, in attesa che si manifesti un segno di buona digestione. C’è la mussolina girovaga, quella che infili nella rete del passeggino “ che poi magari mi serve”: la utilizzi come copertina leggera, come parasole o zanzariera sfruttandone la grande traspirabilità (nel mio caso specifico, le mie bambine hanno capito in fretta che quando mamma e papà tendono quello straccetto sulla capotte del passeggino è perché cala il sipario ed è il momento di una bella pisa).
Shhhh! Non svegliatela che mamma e papà si arrabbiano!
E poi va beh… per sua natura la mussolina tampona disastri (qui mi sento di lasciar spazio alla fantasia del lettore); il fatto che questi telini siano tanto sottili semplifica davvero il gesto di acchiappare-usare-lavare..in poco tempo tutto asciuga e ricomincia il ciclo.
“Tienimi stretto stretto!”
Avvolgere il neonato è un antico gesto di cura presente in moltissime culture e numerosi studi scientifici anche recenti ne hanno confermato i benefici. In effetti, a ben pensarci, senza scomodare le ricerche, è intuitivo che quanto più le esperienze che proponiamo al neonato assomigliano a qualcosa che già conosce, tanto più sarà a suo agio.
Fasciare un neonato significa contenerlo come faceva l’utero prima del parto.
Facciamola semplice: il piccoletto negli ultimi mesi di gravidanza è immerso in un liquido caldo, stretto stretto, avvolto e sostenuto dalle membrane uterine. Mamma di sotto, mamma di sopra, mamma a destra e mamma a sinistra: non conosce altro che il contatto. Una volta nato sta bene nell’abbraccio della mammae l’avvolgimento in fasce non è altro che un prolungamento di quest’ultimo.
“Ecco cosa potete fare per aiutare il vostro piccolo a calmarsi, chiudendo momentaneamente le porte al mondo esterno. Avvolgetelo.”
Così ci suggerisce Tracy Hogg, una puericultrice inglese che ha raccolto l’esperienza di anni di consulenze con tanti genitori in una piccola guida ricca di consigli e piacevole alla lettura, “Il linguaggio segreto dei neonati”.
Ogni bambino nasce con il proprio temperamento: ci sono neonati più tranquilli e neonati più sensibili a stimoli esterni ed interni. Ma qualunque bambino appena nato non sa di avere gambe e braccia proprie e nei momenti di stanchezza tutto quello sventolare di arti davanti al faccino non fa che renderlo più spaventato ed irrequieto (la mia bambina più piccola, come tanti bambini, ogni tanto sembrava avesse fatto qualche tipo di lotta con qualche tipo di gatto..in realtà erano le sue stesse manine a graffiarla!). Oltre ai movimenti attivi dobbiamo poi ricordare i piccoli sobbalzi dovuti al riflesso di Moro.. insomma dai, diciamocelo, addormentarsi non è proprio una passeggiata in tutto questo Can Can di movimenti!
Volendo invece scomodare le ricerche pare che i neonati avvolti abbiano una fase REM più tranquilla, risvegli meno frequenti e che dormano più a lungo. La fasciatura (se fatta con un tessuto traspirante e leggero come quello delle mussoline) aiuterebbe a mantenere costante la temperatura del corpo, consentendo al calore di concentrarsi nella pancia, agevolando dunque la digestione e aiutando a contenere le coliche gassose. Sempre secondo le ricerche, avvolgere in fasce spezzerebbe il circolo vizioso “stress psicologico-dolore-pianto” (tenendo a mente che psiche e soma sono proprio un tutt’uno in questa fase dalla vita).
Qualche indicazione pratica per fasciare un neonato:
piegare a triangolo una mussolina,
stenderci sopra il piccolo con il collo all’altezza della piega,
porre un braccino sul petto facendo passare il lembo della mussolina sopra il corpo e fare lo stesso con l’altro braccio.
Consiglio:
La mussolina deve aderire senza essere troppo stretta.
Essendo la massima esperta delle mie bambine, ma delle mie bambine soltanto, rimando al libro di Tracy, ma soprattutto ad una chiacchierata con un’ostetrica (ad esempio le nostre ostetriche vicine di casa per avere due dritte in più e più precise sulla faccenda.
Tracy Hogg, nel suo libro, suggerisce di avvolgere i bambini per le prime sei settimane di vita, liberandogli le mani quando cominciano a portarsele con curiosità verso il viso e la bocca.
Verso il terzo mese, quando i piccoletti iniziano a controllare meglio i movimenti del proprio corpo, si potranno mettere da parte le mussoline (da parte, ma sempre nel primo cassetto eh!!). I primi esperimenti motori (la testina che si tira su in posizione prona, i tentativi di girarsi…) vanno infatti sostenuti regalandogli libertà di movimento.
D’altra parte, questo sostegno fisico e psicologico del bambino continua con il contatto, l’abbraccio, la carezza (quanto dormono bene in fascia i nostri bambini?); si fonde nello sguardo accogliente e negli odori e sapori riconoscibili e tranquillizzanti; si prolunga con suoni ovattati che lentamente si trasformano in note, in melodie, quindi in fiabe e canzoncine (ma questa è un’altra storia!).
E usassi la mussolina per improvvisare un pannolino?
IL TUTORIAL
Per chi non volesse utilizzare pannolini usa e getta, una volta piegate e con l’aggiunta di una mutandina impermeabile, ecco qui il principio del pannolino lavabile (scelta sostenibile per la pelle del bambino, per l’ambiente e per il portafoglio). Intendiamoci: come già suggerito da Filippo nell’articolo sui pannolini lavabili i giorni successivi alla nascita ci si può prendere il tempo per prendere confidenza con il nuovo arrivato più che con il pannolino lavabile. Ma passate le prime settimane ci si può davvero cimentare con le mussoline, piegate con tecniche particolari (ce n’è tante, nessuna di queste è complessa). Il tessuto è naturale specie se in cotone biologico, non sbiancato, traspirante e quindi rispettoso della pelle del bambino; la tela sottile non ingoffa troppo e, come dicevo qualche riga fa, in poco tempo asciuga.
Quando poi le produzioni del piccinetto incominceranno a farsi un po’ più consistenti e si passerà al pannolino in spugna di cotone (più spesso ed assorbente) la mussolina può continuare a fare da inserto assorbente aggiuntivo.
Eh beh, ritornando al punto di partenza… quante ne potrebbe raccontare quel fazzolettone quadrato di cotone! E dopo infiniti lavaggi e strapazzamenti, quando non ci saranno più cuccioletti che girano per casa intrattenendoci con moccichi, rigurgiti e altre sorprese, potremo fare delle mussoline degli ottimi panni per pulire i vetri.
Cosa proponiamo alla formica?
Qui in negozio abbiamo le mussoline di FRESK in cotone biologico e con fantasie bellissime!
Le mitiche balene sulle mussoline Fresk
Anche Popolini fa delle ottime mussoline e propone anche il telino “Puck Manta” in maglina preformata.
Entrambe le imprese lavorano in maniera sostenibile, nel rispetto di standard etici e sociali.
Classica frase fatta? In realtà è proprio vero. Se penso a quanti ricordi abbiamo del nostro bimbetto portato stretto stretto quando era appena nato!
La nostra era una bella fascia morbida, rossa, regalata dai nostri amici Emi e Lucy che venendo da Milano si sa, sono sempre più avanti.
Quanto l’abbiamo usata quella fascia! Ci ha decisamente salvato abitando in una creuza non carrabile, senza ascensore e ci ha reso i primi mesi molto più agili che con il passeggino che ci avevano prestato, ma che è rimasto fermo in fondo alle scale del palazzo! Tirando tirando ci siamo fatti anche delle belle gite; col crescere del peso, però la nostra fascia in jersey non ce l’ha più fatta.
Anche le migliori fasce morbide* infatti ad un certo punto non riescono più a portare correttamente e ci si ritrova dopo poco il bimbetto malmesso e la nostra schiena che implora pietà.
È quello il momento di passare a una fascia rigida e poi eventualmente a un marsupio strutturato.
E la fascia che ci ha accompagnato in questi primi mesi rimane ferma nell’armadio inutilizzata. Certo, capita di prestarla ad amici per fargli scoprire questo modo di portare i bimbi, ma vi ho raccontato questa storia perché abbiamo un bel suggerimento su come far girare queste fasce a genitori che ne hanno proprio bisogno.
Conoscete Cicogna Sprint Onlus?
Èun’associazione che con grande forza e volontà è formata da genitori di bambini prematuri o che hanno avuto patologie particolari alla nascita ed hanno avuto il loro figlio o figlia ricoverati per un lungo periodo nel reparto di Rianimazione o Patologia Neonatale dell’Istituto Gaslini di Genova. Il loro lavoro è proprio di supporto alle famiglie. Vi confesso che ogni volta che parlo con Mascha (una delle mamme attive nell’associazione) o che leggo le pagine del loro sito non riesco a trattenere qualche lacrima per un misto di tenerezza e ammirazione per l’incredibile forza di questi bimbi e dei loro genitori.
Beh, Cicogna Sprint ha un progetto che si chiama “Una fascia per amica” che si pone come obbiettivo di
dare una fascia morbida a tutti i genitori di bimbi prematuri
perché possano continuare la marsupio terapia anche quando – finalmente – vanno a casa.Come?
Prestiamogliela!
Chi vuole può donare la propria fascia a Cicogna Sprint che la presterà ad altri genitori. Stare a contatto con la mamma è una delle cose che manca di più a un bambino prematuro, la fascia può essere di grande aiuto.
Potete portare la fascia che volete donare da noi qui in negozio e noi la daremo subito alla Cicogna Sprint per questo bellissimo servizio.
Ah, il 17 novembre è la giornata mondiale della prematurità.
*Nota del precisino: Personalmente preferisco chiamare queste fasce “morbide”, ma si possono anche chiamare “elastiche”, l’importante però è che siano in cotone al 100% evitando quelle che contengono elastan o nylon, controllate l’etichetta.