10 oggetti inquinanti che si possono sostituire per dire basta ai rifiuti:
1. Lo spazzolino di plastica e nylon si può sostituire con uno spazzolino in bamboo che è un materiale naturalmente antibatterico e non inquinante.
2. La pellicole di plastica per conservare i cibi può essere sostituita con i panni cerati. Sono bellissimi, lavabili e funzionano molto bene, garantendo in più una traspirazione che la plastica non ha ed è ottima per conservare i cibi. In alternativa esiste la pellicola monouso in materiale compostabile.
3. Le cannucce tanto amate sia dai bimbi che dai barman sono molto simpatiche ma molto dannose per l’ambiente e per gli animali marini. L’alternativa alla plastica c’è: ecco le cannucce riutilizzabili in bamboo! Lavabile anche in lavastoviglie.
4. Bottigliette di plastica?! No dai, la borraccetta è un #maipiusenza! Esistono in alluminio o in vetro. Scegli la fantasia che vuoi, ce n’è per tutti i gusti, è comoda e leggera!
5. Non comprare rifiuti: saponi e detersivi possono essere acquistati sfusi. Quello che ti interessa comprare infatti non è la bottiglia che tra qualche giorno butterai via, ma il suo contenuto. Nel nostro econegozio vendiamo riempiamo qualsiasi contenitore, magari anche nella tua città c’è un punto vendita che vende saponi sfusi.
6. Invece che gli assorbenti convenzionali che sono inquinanti e irritanti puoi usare la coppetta mestruale: ha già migliorato la vita a tantissime donne. Un’altra valida scelta sono gli assorbenti lavabili.
8. Volete bere acqua gassata? Mica dovete comprare la plastica, usate il gasatore!
9. La regola d’oro: “Non accettare sacchetti dagli sconosciuti”. Scherzi a parte, per fare la spesa portatevi dietro sempre un sacchetto riutilizzabile. E chi vuole cimentarsi può anche iniziare ad andare a comprare il pane rifiutando i sacchetti monouso, usando invece questi.
10. E l’ultimo? Beh questa è la novità che stiamo scovando in giro per il mondo e che presto arricchirà la gamma di prodotti! Anzi, se avete suggerimenti scriveteci nei commenti qui sotto.
Bianchi, con le balenine azzurre, con gli elefantini rosa o mille altre fantasie, questi telini quadrati prendono il nome dal tessuto da cui son fatti, la “mussola” appunto, un prodotto che ebbe origine in Bangladesh ma che gli europei incontrarono per la prima volta nella città di Mosul, nell’attuale Iraq.
Questa tela leggera dalla trama rada (assomiglia ad una garza un po’ più spessa) ha delle caratteristiche che la rendono molto pratica quando si ha a che fare con un neonato:
è sottile
resistente
traspirante
ha tempi di asciugatura molto rapidi
Niente male, no?
Le mussoline sono dei piccoli factotum!
Ce n’è una lì, morbida morbida, sul fasciatoio per asciugare il piccoletto (più si lavano e più si ammorbidiscono… le mussoline intendo, eh!). Poi ce n’è una sulla nostra spalla, dopo la poppata, quando si ci trova a tamburellare le dita su una piccola schiena, in attesa che si manifesti un segno di buona digestione. C’è la mussolina girovaga, quella che infili nella rete del passeggino “ che poi magari mi serve”: la utilizzi come copertina leggera, come parasole o zanzariera sfruttandone la grande traspirabilità (nel mio caso specifico, le mie bambine hanno capito in fretta che quando mamma e papà tendono quello straccetto sulla capotte del passeggino è perché cala il sipario ed è il momento di una bella pisa).
Shhhh! Non svegliatela che mamma e papà si arrabbiano!
E poi va beh… per sua natura la mussolina tampona disastri (qui mi sento di lasciar spazio alla fantasia del lettore); il fatto che questi telini siano tanto sottili semplifica davvero il gesto di acchiappare-usare-lavare..in poco tempo tutto asciuga e ricomincia il ciclo.
“Tienimi stretto stretto!”
Avvolgere il neonato è un antico gesto di cura presente in moltissime culture e numerosi studi scientifici anche recenti ne hanno confermato i benefici. In effetti, a ben pensarci, senza scomodare le ricerche, è intuitivo che quanto più le esperienze che proponiamo al neonato assomigliano a qualcosa che già conosce, tanto più sarà a suo agio.
Fasciare un neonato significa contenerlo come faceva l’utero prima del parto.
Facciamola semplice: il piccoletto negli ultimi mesi di gravidanza è immerso in un liquido caldo, stretto stretto, avvolto e sostenuto dalle membrane uterine. Mamma di sotto, mamma di sopra, mamma a destra e mamma a sinistra: non conosce altro che il contatto. Una volta nato sta bene nell’abbraccio della mammae l’avvolgimento in fasce non è altro che un prolungamento di quest’ultimo.
“Ecco cosa potete fare per aiutare il vostro piccolo a calmarsi, chiudendo momentaneamente le porte al mondo esterno. Avvolgetelo.”
Così ci suggerisce Tracy Hogg, una puericultrice inglese che ha raccolto l’esperienza di anni di consulenze con tanti genitori in una piccola guida ricca di consigli e piacevole alla lettura, “Il linguaggio segreto dei neonati”.
Ogni bambino nasce con il proprio temperamento: ci sono neonati più tranquilli e neonati più sensibili a stimoli esterni ed interni. Ma qualunque bambino appena nato non sa di avere gambe e braccia proprie e nei momenti di stanchezza tutto quello sventolare di arti davanti al faccino non fa che renderlo più spaventato ed irrequieto (la mia bambina più piccola, come tanti bambini, ogni tanto sembrava avesse fatto qualche tipo di lotta con qualche tipo di gatto..in realtà erano le sue stesse manine a graffiarla!). Oltre ai movimenti attivi dobbiamo poi ricordare i piccoli sobbalzi dovuti al riflesso di Moro.. insomma dai, diciamocelo, addormentarsi non è proprio una passeggiata in tutto questo Can Can di movimenti!
Volendo invece scomodare le ricerche pare che i neonati avvolti abbiano una fase REM più tranquilla, risvegli meno frequenti e che dormano più a lungo. La fasciatura (se fatta con un tessuto traspirante e leggero come quello delle mussoline) aiuterebbe a mantenere costante la temperatura del corpo, consentendo al calore di concentrarsi nella pancia, agevolando dunque la digestione e aiutando a contenere le coliche gassose. Sempre secondo le ricerche, avvolgere in fasce spezzerebbe il circolo vizioso “stress psicologico-dolore-pianto” (tenendo a mente che psiche e soma sono proprio un tutt’uno in questa fase dalla vita).
Qualche indicazione pratica per fasciare un neonato:
piegare a triangolo una mussolina,
stenderci sopra il piccolo con il collo all’altezza della piega,
porre un braccino sul petto facendo passare il lembo della mussolina sopra il corpo e fare lo stesso con l’altro braccio.
Consiglio:
La mussolina deve aderire senza essere troppo stretta.
Essendo la massima esperta delle mie bambine, ma delle mie bambine soltanto, rimando al libro di Tracy, ma soprattutto ad una chiacchierata con un’ostetrica (ad esempio le nostre ostetriche vicine di casa per avere due dritte in più e più precise sulla faccenda.
Tracy Hogg, nel suo libro, suggerisce di avvolgere i bambini per le prime sei settimane di vita, liberandogli le mani quando cominciano a portarsele con curiosità verso il viso e la bocca.
Verso il terzo mese, quando i piccoletti iniziano a controllare meglio i movimenti del proprio corpo, si potranno mettere da parte le mussoline (da parte, ma sempre nel primo cassetto eh!!). I primi esperimenti motori (la testina che si tira su in posizione prona, i tentativi di girarsi…) vanno infatti sostenuti regalandogli libertà di movimento.
D’altra parte, questo sostegno fisico e psicologico del bambino continua con il contatto, l’abbraccio, la carezza (quanto dormono bene in fascia i nostri bambini?); si fonde nello sguardo accogliente e negli odori e sapori riconoscibili e tranquillizzanti; si prolunga con suoni ovattati che lentamente si trasformano in note, in melodie, quindi in fiabe e canzoncine (ma questa è un’altra storia!).
E usassi la mussolina per improvvisare un pannolino?
IL TUTORIAL
Per chi non volesse utilizzare pannolini usa e getta, una volta piegate e con l’aggiunta di una mutandina impermeabile, ecco qui il principio del pannolino lavabile (scelta sostenibile per la pelle del bambino, per l’ambiente e per il portafoglio). Intendiamoci: come già suggerito da Filippo nell’articolo sui pannolini lavabili i giorni successivi alla nascita ci si può prendere il tempo per prendere confidenza con il nuovo arrivato più che con il pannolino lavabile. Ma passate le prime settimane ci si può davvero cimentare con le mussoline, piegate con tecniche particolari (ce n’è tante, nessuna di queste è complessa). Il tessuto è naturale specie se in cotone biologico, non sbiancato, traspirante e quindi rispettoso della pelle del bambino; la tela sottile non ingoffa troppo e, come dicevo qualche riga fa, in poco tempo asciuga.
Quando poi le produzioni del piccinetto incominceranno a farsi un po’ più consistenti e si passerà al pannolino in spugna di cotone (più spesso ed assorbente) la mussolina può continuare a fare da inserto assorbente aggiuntivo.
Eh beh, ritornando al punto di partenza… quante ne potrebbe raccontare quel fazzolettone quadrato di cotone! E dopo infiniti lavaggi e strapazzamenti, quando non ci saranno più cuccioletti che girano per casa intrattenendoci con moccichi, rigurgiti e altre sorprese, potremo fare delle mussoline degli ottimi panni per pulire i vetri.
Cosa proponiamo alla formica?
Qui in negozio abbiamo le mussoline di FRESK in cotone biologico e con fantasie bellissime!
Le mitiche balene sulle mussoline Fresk
Anche Popolini fa delle ottime mussoline e propone anche il telino “Puck Manta” in maglina preformata.
Entrambe le imprese lavorano in maniera sostenibile, nel rispetto di standard etici e sociali.
Sono ecologici, sono migliori per i bambini e fanno risparmiare moltissimi soldi: ecco la dimostrazione che ecologia, risparmio e benessere possono convivere serenamente.
SONO ECOLOGICI
Immaginate di usare per i bimbi vestiti usa e getta: quando sono sporchi si buttano.
Comodità assoluta: cambi tuo figlio e il body è sporco? Via nella spazzatura e gli metti vestiti monouso nuovi. È assurdo?
Ok, l’ho sparata grossa, ma al di là di questa provocazione resta il fatto che per i pannolini funziona proprio così. Lo usi per qualche ora e lo getti via. Lui poi ci mette circa 400 anni prima di degradarsi nell’ambiente, ma vabbé noi non lo vediamo più e non vogliamo neanche saperne niente.
Qualche dato
Considerando che i bambini in media tolgono il pannolino tra i due anni e mezzo e i tre anni con una media di 5 o 6 cambi al giorno:
ogni bambino consuma più di 5000 pannolini usa e getta. É una montagna di rifiuti impressionante, provate a calcolarne il peso o la superficie che occuperebbero messi tutti vicini (io l’ho fatto e casa mia ne sarebbe ricoperta).
I pannolini lavabili rispettano la pelle delicata dei bambini grazie a materiali naturali e traspiranti.
Le “dermatiti da pannolino” a volte sono causate proprio dalle sostanze chimiche presenti all’interno dei pannolini usa e getta per lasciare asciutti, camuffare gli odori sbiancare et c. Ma… al bambino veramente interessa che la puzza sia trasformata in profumo?* Anche le sostanze super assorbenti messe nei pannolini usa e getta per lasciare la pelle asciutta tendono a surriscaldare la pelle favorendo arrossamenti e irritazioni.
Trovo assurdo spalmare chili di crema lenitiva sulla pelle dei bimbi per difenderli da un accessorio che gli mettiamo noi.
I pannolini lavabili non contengono schifezze: sono fatti di cotone che puoi lavare con detersivi naturali e ammorbidire con l’acido citrico.
È importante fare attenzione scegliendo pannolini lavabili in materiali naturali – il cotone biologico ad esempio – che non diano problemi come il surriscaldamento.
*Che poi in realtà quello che viene fuori è un odore dolciastro che io trovo ancora più disgustoso della vera puzza del pannolino. (nota di Filippo)
FANNO RISPARMIARE MOLTISSIMI SOLDI
Ecco che finalmente emerge la nostra tipica parsimonia genovese! Scherzi a parte, sfatiamo l’idea che meglio si sceglie più si spende, anzi a volte basta riflettere un po’ per usare meglio le risorse e addirittura risparmiare, come in questo caso.
Quanto costano i pannolini usa e getta?
Ho fatto una piccola ricerca prendendo in considerazione varie marche di usa e getta e raccogliendo dati da amici e sul web. Ho trovato stime molto oscillanti, ma assumerei come ragionevole con pannolini usa e getta una spesa di 1800 € a bambino dalla nascita allo spannolinamento. Una bella spesa per il bilancio familiare.
Quanto costano i pannolini lavabili?
Anche i lavabili hanno diversi prezzi. Posso dire che per acquistare tutto il necessario fino allo spannolinamento nel nostro negozio si spendono al massimo 400 €.
Risparmio per chi usa i lavabili: circa 1400 € a bambino
Chiedeteci informazioni: saremo felici di raccontarvi quel che sappiamo sia da rivenditori che da genitori che utilizzano i lavabili.
Qualcuno inizia anche dalla nascita, partendo con dei prefold o la taglia newborn.
Il nostro consiglio è di darsi il tempo di ritrovare l’equilibrio di famiglia dopo la nascita, conoscere il bambino e superare i primi ostacoli dalla vita da genitori (io le prime volte mi chiedevo: “mi rimarrà in mano una gamba?”).
I pannolini lavabili sono degli ottimi accessori ma non devono rubarci attenzione dal bambino. È possibile anche che con un bimbo un po’ irrobustito dalle prime settimane i pannolini funzionino meglio.
Come si lavano?
Dopo un prelavaggio a mano il pannolino si può mettere in lavatrice a temperature variabili. In casi eccezionali questi pannolini reggono anche 90°. La nostra esperienza è che dopo un buon prelavaggio si possono fare lavatrici miste con il normale bucato. Bisogna usare detersivi naturali e acido citrico al posto dell’ammorbidente. É molto utile il percarbonato, utile additivo naturale di cui parliamo anche qui.
Percarbonato: sbianca e igienizza in modo naturale.
Il percarbonato di sodio è un ottimo sbiancante e igienizzante naturale ed ecologico per la pulizia della casa e degli indumenti.
Si tratta di un sale che sciolto in acqua calda sprigiona ossigeno. Vediamo come ci può essere utile.
Non inquina l’ambiente e non è tossico per l’uomo.
Per la biancheria dei bimbi è ottimo, noi lo usiamo moltissimo anche per la cura dei pannolini lavabili!
É una polvere che sciolta in acqua a 40 gradi circa produce ossigeno che:
igienizza e aiuta il lavaggio del bucato anche con acque dure;
elimina le macchie persistenti (insieme al sole è un ottimo smacchiante naturale);
lava a fondo gli elettrodomestici e igienizza le stoviglie.
Come si usa:
IN LAVATRICE
20 grammi (un cucchiaio da cucina) insieme al detersivo. Anche con i colorati ravviva i colori. Acqua a 40°
NEL BUCATO A MANO
20 grammi circa in 5 litri di acqua calda. Non lasciare capi colorati in ammollo.
IN LAVASTOVIGLIE
un cucchiaino da caffè di percarbonato in aggiunta al detersivo aiuta al lavaggio con stoviglie particolarmente sporche.
PER IGIENIZZARE LAVATRICE E LAVASTOVIGLIE
usarne 100 gr. circa e avviare un ciclo di lavaggio a vuoto senza prelavaggio per rendere perfettamente pulito e brillante l’interno della macchina.
Un paio di consigli:
non mischiarlo a detergenti o additivi acidi perchè perderebbe le sue capacità sbiancanti e igienizzanti neutralizzandosi
non lasciare capi colorati in ammollo col percarbonato
se non sei sicuro se puoi usarlo su un certo tessuto, fai una prova prima su un angolino poco visibile
E’ una valida alternativa a prodotti simili ma altamente inquinanti. Da noi in negozio lo puoi comprare anche sfuso, portando il tuo barattolo ed evitando imballaggi inutili.