Dal 26 al 29 marzo si è tenuta a Bologna la rinomata Bologna Children’s Bookfair, la vetrina d’eccellenza a livello mondiale dei libri per bambini e ragazzi. Ebbene, noi c’eravamo ed è stata la nostra prima volta!
Abbiamo avuto bisogno di alcuni giorni per elaborare ed assimilare la quantità di emozioni e di bellezza di cui ci siamo nutriti in quei giorni ed eccoci qua a raccontarvi com’è andata!
Appena arrivati abbiamo subito capito che stavamo entrando a un evento incredibile: l’ospite d’onore quest’anno era nientemeno che la Cina!
Ci siamo subito imbattuti in un padiglione pieno di editori, libri e illustratori cinesi con un miscuglio di lingue, persone e trolley da tutto il mondo! Da quel momento storie, racconti, illustrazioni, autori ed editori ci hanno accompagnato per tutti i giorni della fiera.
Qui Barbara Schiaffino e Walter Fochesato presentano i finalisti nelle 11 categorie del premio di cui scopriremo i vincitori proprio qui al Palazzo Ducale di Genova il prossimo 26 Maggio.
Poi in un attimo, ti giri e incontri amici come Gek Tessaro (autore e illustratore), Giorgio Scaramuzzino (autore e regista), Francesco Langella (direttore della Biblioteca De Amicis) e Donatella Curletto (Referente ligure del programma Nati per Leggere) oppure conosci persone e progetti nuovi grazie alle conferenze di presentazione dei nuovi libri in uscita.
Mi è rimasto nel cuore ad esempio l’incontro con Emanuela Bussolati l’autrice di Tararì Tararera in lingua Piripù, avete presente?
E’ uscito il suo nuovo libro e per me è stato amore a prima vista, ora vi racconto.
Si chiama “Tino Tino Tino Tina Tino tin tin tin”, scritto con Elisabetta Garilli (Carthusia, 2018). Il libro racconta la storia di Tino Tino, un bambino che ama le percussioni e che suona tutto quello che gli capita tra le mani. Durante la presentazione del libro la musicista Elisabetta Garilli con alcuni colleghi del gruppo “Garilli sound project” ha dato vita ad una performance coinvolgendo tutti i partecipanti per dimostrare che si possono suonare molti oggetti (che non vi svelerò!) di uso comune proprio come Tino Tino. I suoi parenti tentano di dissuaderlo dal perseguire questo sogno ma Tino Tino ha un talento… e chissà cosa succede! La voce di Emanuela Bussolati che ha letto alcuni passi del racconto unita alla musica (che ritrovate anche nel libro!) mi ha molto emozionata e mi sono istintivamente innamorata di questa storia tutta nuova.
Trovate il libro già in negozio tra le novità perché – ovviamente – appena tornata a Genova l’ho subito comprato.
Scoprirete in negozio anche la nuova guida del programma “Nati per Leggere” (presentata durante la fiera) e naturalmente molti dei libri che sono stati selezionati per la fascia di età 0-6 anni ricordando che la lettura nei primi 1000 giorni di vita del bambino è uno strumento prezioso per il suo sviluppo cognitivo (se volete approfondire, leggete qui).
Insomma, è stata un’esperienza bellissima e ricca di spunti che porteremo nel nostro lavoro di piccoli librai!
Passate dal negozio se volete fare due chiacchiere!
Sono sul treno di ritorno da una giornata di formazione per librai “Nati per Leggere” che si è tenuto a Roma …
… la formica è ufficialmente
“Libreria amica dei bambini e delle bambine – Nati per Leggere”!
#PICCOLESCELTE
Si, lo so, adesso starete pensando che ci siamo montati la testa e che da un piccolo angolino del negozio dedicato ai libri ci stiamo già sentendo dei librai. Ebbene si! Abbiamo preso molto sul serio l’impegno di promuovere le buone pratiche nelle piccole scelte quotidiane e quindi anche la lettura dei libri in famiglia.
Nati per Leggere è un programma nazionale che promuove la lettura condivisa in famiglia in età precoce (0-6 anni) ed è sviluppato da tre attori che sono: l’associazione culturale pediatri, l’associazione italiana biblioteche e il centro per la salute del bambino. Sul sito www.natiperleggere.it troviamo:
L’evidenza scientifica dimostra che i primi anni di vita sono fondamentali per la salute e lo sviluppo intellettivo, linguistico, emotivo e relazionale del bambino, con effetti significativi per tutta la vita adulta.
La lettura svolta quotidianamente ha un ruolo decisivo in cui la famiglia svolge un un ruolo centrale.
La lettura è un’importante esperienza che fa parte sia dello sviluppo cognitivo dei bambini che dei genitori che hanno così la preziosa opportunità di crescere insieme ai loro bambini e di accrescere il loro senso di competenza.
Questo significa che un libro ha un valore inestimabile già da quando il bambino o la bambina sono nella pancia della mamma e poi prosegue alla nascita e nei suoi primi, fondamentali, 1000 giorni di vita.
Stare nel momento: qui ed ora con il bambino.
Il libro non permette contemporaneità di azioni: con un libro in mano mamma e papà interrompono quello che stanno facendo per dedicarsi esclusivamente alla lettura di una storia che diventa subito magica perché magica e unica è la voce di mamma e papà.
Non servono doti particolari per leggere: nessuna competenza di lettore potrà mai superare la familiare dolcezza della voce di mamma e papà!
Nella mia esperienza di mamma lettrice gli ingredienti sono stati e sono tuttora la presenza e la volontà di scambiare affetto e comprensione attraverso la lettura, essere aperti alle domande e le considerazioni che ne derivano.
Attraverso la lettura ho trovato uno spazio speciale in cui entrare in relazione con ciascuno dei miei figli.
Succede ancora che, mentre sono seduta sul letto a leggere con i due più piccoli (4 e 7 anni), si avvicini quatto quatto anche il grande (10 anni) che abbandona il suo fumetto per ascoltare la voce di mamma. In questi momenti così romantici è molto speciale il filo che ci lega e ho così la certezza che per noi il libro è davvero uno strumento magico di unione e d’amore. E questo non lo dico solo per come immagino si sentano loro, ma soprattutto per come mi sento io quando leggo per loro e con loro!!!
Una volta ero alla presentazione di un libro di Gek Tessaro e ricordo che disse una cosa che mi colpì. Disse che le librerie vanno preservate in quanto luoghi che custodiscono il sapere.
Anche grazie ai libri i nostri figli diventeranno adulti intelligenti in grado di scegliere!
Bisogna perdere il senso del luogo, per giungere in altri luoghi inaspettati: quel piacere alternato e condiviso ci portava in un posto senza nome, che è forse la letteratura. Mi ha raccontato mia figlia (io l’avevo scordato) che ridevo di gusto, in certi passi, e che lei di quelle risate era felice, orgogliosa di quel libro che mi aveva fatto ridere, “come se l’avesse scritto lei”. Bruno Tognolini in Leggimi forte, ed. Salani, 2006
Se vuoi approfondire…
… qui di seguito ho riportato alcuni spunti scientifici tratti da un bellissimo libretto sulla lettura in famiglia* che abbiamo a disposizione in negozio. C’è tanto materiale su cui riflettere:
Bambini a cui si legge 3-5 volte la settimana all’età di 5 anni leggono come bambini di 6 mesi più grandi, mentre bambini a cui si legge ogni giorno, a 5 anni sanno leggere come bambini di un anno più grandi.
La ricchezza del vocabolario e la dimestichezza con le materie scolastiche sono molto migliori nei ragazzi abituati a leggere sin da bambini.
A 3 anni il 68% dei bambini cui si legge almeno 4 volte a settimana raggiunge un punteggio più elevato per ampiezza del vocabolario, contro solo il 27% dei bambini cui non è stato letto con la stessa intensità; a 5 anni l’ampiezza del vocabolario e la capacità di comprensione lessicale sono fortemente correlate alla frequenza di lettura; i punteggi più elevati sono presenti nel 53% nei bambini cui viene letto 4 volte a settimana rispetto al 26% dei controlli cioè i bambini cui non è stato letto.
La lettura quotidiana consente di colmare parte del divario di competenze scolastiche dovute ad un contesto sociale povero e poco stimolante.
Leggere rafforza la relazione e il legame con i genitori, indispensabili per una crescita emotiva ed un benessere psicofisico durante l’infanzia e l’età adulta: una ricerca olandese, realizzata con bambini di 3 anni, è giunta alla conclusione che i bambini ai quali viene letto più frequentemente sono quelli più sicuri, che hanno una relazione più equilibrata con se stessi e gli adulti accanto a loro.
La lettura diminuisce in modo significativo le difficoltà socio-emotive dei bambini.
La lettura dialogica di un albo illustrato senza parole, se di qualità, favorisce la discussione tra genitore e bambino sulle emozioni, facilitandone la comprensione.
Il piacere del genitore nella lettura dialogica è fondamentale e consente anche di ridurre lo stress genitoriale.
L’utilizzo dei libri per bambini della fascia 0/12 mesi migliora, oltre allo sviluppo del linguaggio del bambino, anche il senso di competenza delle madri e supporta la genitorialità (in particolare il loro senso di autoefficacia).
*Tratto da:
La lettura in famiglia: una buona pratica per lo sviluppo del bambino [opuscolo per genitori]
a cura di Alessandra Sila e Giorgio Tamburlini
Roma, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Centro per il libro e la lettura, [2017]
Questa mattina a colazione chiacchieravo con i miei bambini a proposito di alcuni libri nuovi che abbiamo letto in questi giorni. Così ho chiesto a Diego, 10 anni e lettore accanito, cosa pensa della lettura. Lui mi ha risposto che leggere è interessante e che quando legge si sente bene perché si diverte. E’ nata allora una piccola intervista e gli ho chiesto se si ricordava di quando gli leggevo i libri quando era piccino e non sapeva leggere: si sentiva contento, ma solo quando gli leggevo i libri non di paura, altrimenti i brutti sogni erano assicurati!
Forse la sua passione per i libri deriva proprio da quando era piccolo e io leggevo per lui… e ora è lui che legge per i suoi fratelli.
Dopo questa interessante conversazione è nata in me l’idea di scrivere questo articolo sui libri e sull’importanza della lettura. Soprattutto della lettura a voce alta da parte dell’adulto per i piccolini.
La lettura a voce alta è senz’altro uno degli strumenti che diamo ai bambini per conoscere il mondo e le sue storie, per entrare dal portone principale nel pianeta della fantasia, per scegliere la propria chiave per entrare in contatto con le emozioni e con il proprio sentire.
Anna, 2 anni, mentre “legge e fa le facce”.
Da poco ho avuto il piacere di chiacchierare anche con Barbara Schiaffino, la direttrice della rivista Andersen, proprio di questi argomenti. La rivista Andersen, Barbara e tutto il resto dello staff lavorano da anni anche in questa direzione: la promozione della lettura a voce alta dei libri ai bambini e la conseguente scelta (attraverso il prestigioso premio) di libri particolarmente stimolanti e ricchi di impulsi per la crescita: sono questi i libri che troverete qui alla formica a partire dal 16 settembre prossimo in un angolo allestito apposta per grandi e piccini. Un angolo dove potrete trovare, per esempio, le incredibili storie di Guizzino, un pesce “diverso” che trova il suo posto nell’immenso mare, o della Ruspetta di Gek Tessaro che, piena di curiosità, scava montagne al contrario scoprendo nuovi punti di vista; o ancora di Piripù Bibi che, con un linguaggio tutto suo, trova la strada della sua indipendenza.
“Io credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo.” (G. Rodari da La freccia azzurra)
Insomma, noi adulti amiamo leggere i libri “da grandi”, ma è talmente bello anche leggere per i bambini! Avete presente come si accendono gli occhi dei bambini mentre ascoltano la voce di mamma o papà raccontare storie che li porta in avventure tutte da immaginare con personaggi in cui immedesimarsi?
Un libro è un buon compagno di viaggio in treno, anche per Superman.
Non vediamo quindi l’ora di condividere con voi questi mondi fantastici.
Che poi magari saremo un po’ sognatori, ma noi ci crediamo sul serio che tutti questi libri in mano ai bambini possano veramente essere una piccola scelta per salvare il mondo… almeno un po’.
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Abbiamo chiesto un racconto direttamente a Benedetta che è la mamma creatrice del marchio e dei bellissimi prodotti di raccontarsi. Ecco qui quel che ci risponde: “Eccomi! Ho cercato di raccontare in breve la storia di Coccole Creative anche con un po’ di immagini”
Qui di seguito la parola a Benedetta:
Coccole Creative è un marchio italiano di accessori realizzati a mano destinati alle mamme e ai bambini
Il progetto è nato poco più di due anni fa con la nascita della mia seconda figlia.
Contrariamente alle mie aspettative, ho dovuto trascorrere la mia seconda gravidanza a riposo per scongiurare una nascita prematura ed è stata quella l’occasione in cui ho iniziato a creare “coccole” fatte a mano per le mie figlie, con l’amore, la cura e l’attenzione ai dettagli tipica di una mamma. Ho poi deciso di condividere quello stesso amore realizzando oggetti per altri bimbi e per le loro mamme, scegliendo materiali naturali e ponendo la massima cura in ogni dettaglio.
Credo fermamente che siano le piccole cose a fare la differenza, la semplicità, l’attenzione ai particolari e la ricerca continua di migliorie, tutti aspetti questi che mi accompagnano sin da quando ero bambina e che si riflettono anche nella mia formazione professionale infatti sono un’archeologa e mi occupo di didattica per bambini.
Dare vita a Coccole Creative è stato come realizzare un sogno
Quando creo sono libera di esprimere la mia creatività, di giocare con i colori, di divertirmi e, lo confesso, di tornare bambina! Le mie figlie e le meravigliose mamme che ho incontrato e incontro nel mio percorso sono una continua fonte di stimoli e ispirazione.
Il mio percorso creativo è iniziato con le collane d’allattamento che ho iniziato a realizzare solo dopo averle personalmente testate: all’inizio ero dubbiosa ma poi accorgendomi di come fossero realmente utili ho iniziato a credere con tutta me stessa al valore di questo oggetto e a desiderare di condividere con altre mamme e future mamme la mia stessa esperienza.
La collana d’allattamento trae origine dalla saggezza anglosassone ed è, a mio parere, un accessorio immancabile per ogni mamma, è un gesto d’amore che unisce al proprio bimbo.
La collana infatti, indossata dalla mamma al momento dell’allattamento al seno (o artificiale), attira l’attenzione e la curiosità del neonato, lo aiuta a mantenere la concentrazione e ne favorisce l’esplorazione sensoriale. La collana inoltre è un alleato della mamma per evitare che il bimbo le tiri i capelli o la graffi, per intrattenerlo quando viene portato in braccio o con un supporto (è infatti un perfetto accessorio per mamme portatrici o babywearers) e può essere “mordicchiata” per alleviare il fastidio alle gengive durante il delicato periodo della dentizione.
Trattandosi di oggetti destinati ai più piccini ho inoltre deciso di utilizzare esclusivamente materiale di prima qualità e naturale, solo legno non trattato ed europeo, nessuna componente sintetica nè vernici nè silicone. Questa è una scelta personale che rispecchia la mia passione per le cose semplici, essenziali e senza troppi fronzoli. Le mie collane d’allattamento infatti sono realizzate usando solo filo di cotone italiano che uso per rivestire ad uncinetto perle di legno naturale: il cotone è delicato sulla pelle della mamma e su quella del bebè, scongiurando al contempo il rischio di allergie. Ogni collana è poi lavabile a mano con sapone neutro per garantire sempre la massima igiene.
Oggi Coccole Creative non è solo collane d’allattamento, è anche giochini da dentizione, portaciucci, doudou, bambole, sonagli, cappellini, giostrine da culla, giochini…pian piano ho ampliato la varietà delle mie creazioni mettendomi sempre alla prova e cercando di soddisfare al meglio le più disparate richieste.
Prendi un pomeriggio qualunque di primavera, un pomeriggio di sole pallido (perché qui da noi il sole fa il timido quest’anno), un pomeriggio che chiude la settimana di scuola dei bambini e quella lavorativa di quasi tutti i genitori. Poi prendi Dario Apicella e La Formica e quel pomeriggio che sembrava “qualunque” si trasforma in un pomeriggio speciale!
La folla di bimbi che canta con Dario
E’ successo venerdì scorso qui in negozio: ospite d’onore la chitarra di Dario e tanti bambini e bambine che hanno portato una vivace energia e una gran voglia di ascoltare la storia della Nuvola Piccolina che è ormai cresciuta ed è diventata una Nuvola Rock!
Eh sì perché dal primo cd, quando la nostra Nuvoletta non riusciva a dormire e ululava alla luna (ma quando si addormentava viveva fantastiche avventure con Dinosauri e Pirati), siamo passati ad un rock sfrenato! La nostra Nuvoletta stavolta va in giro a combinare guai, e ci racconta un treno di storie che arrivano da tutto il mondo: dal ragno che naviga agli elefanti che arrivano in città suscitando le risate dei bambini per le loro cacche in giro!
Insomma un pomeriggio movimentato dai balli e dalle canzoni, cullato da storie e filastrocche urlate cantate a squarciagola dai tantissimi bimbi che hanno riempito il negozio.
[nota di filippo Per capirsi: Dario Apicella è una specie di Bruce Springsteen dei bambini, c’è chi lo segue in tutte le date che fa, tantissimi conoscono le sue canzoni a memoria ed è veramente emozionante vedere quanto i bambini ne sono coinvolti.]
Spegni la TV e accendi un libro (e un disco)!
E se vi siete persi questo favoloso pomeriggio potete acquistare il libro/CD e mettervi a rockeggiare in casa con le storie della Nuvoletta!
Leggere ascoltando le canzoni è un’ottima alternativa alla TV e vedrete che i bambini si divertiranno un mondo!
Il nostro augurio è che il simpatico Folletto che vive nel cassetto di ognuno di noi possa ricordarci ogni sera di lavorare per la Pace, come ci suggerisce la canzone “Filarap per i bambini del Mediterraneo”.
Buon ascolto a tutti!
Ringraziamo Emanuela e Francesca per le foto che sono riuscite a fare in mezzo al delirio.
Bianchi, con le balenine azzurre, con gli elefantini rosa o mille altre fantasie, questi telini quadrati prendono il nome dal tessuto da cui son fatti, la “mussola” appunto, un prodotto che ebbe origine in Bangladesh ma che gli europei incontrarono per la prima volta nella città di Mosul, nell’attuale Iraq.
Questa tela leggera dalla trama rada (assomiglia ad una garza un po’ più spessa) ha delle caratteristiche che la rendono molto pratica quando si ha a che fare con un neonato:
è sottile
resistente
traspirante
ha tempi di asciugatura molto rapidi
Niente male, no?
Le mussoline sono dei piccoli factotum!
Ce n’è una lì, morbida morbida, sul fasciatoio per asciugare il piccoletto (più si lavano e più si ammorbidiscono… le mussoline intendo, eh!). Poi ce n’è una sulla nostra spalla, dopo la poppata, quando si ci trova a tamburellare le dita su una piccola schiena, in attesa che si manifesti un segno di buona digestione. C’è la mussolina girovaga, quella che infili nella rete del passeggino “ che poi magari mi serve”: la utilizzi come copertina leggera, come parasole o zanzariera sfruttandone la grande traspirabilità (nel mio caso specifico, le mie bambine hanno capito in fretta che quando mamma e papà tendono quello straccetto sulla capotte del passeggino è perché cala il sipario ed è il momento di una bella pisa).
Shhhh! Non svegliatela che mamma e papà si arrabbiano!
E poi va beh… per sua natura la mussolina tampona disastri (qui mi sento di lasciar spazio alla fantasia del lettore); il fatto che questi telini siano tanto sottili semplifica davvero il gesto di acchiappare-usare-lavare..in poco tempo tutto asciuga e ricomincia il ciclo.
“Tienimi stretto stretto!”
Avvolgere il neonato è un antico gesto di cura presente in moltissime culture e numerosi studi scientifici anche recenti ne hanno confermato i benefici. In effetti, a ben pensarci, senza scomodare le ricerche, è intuitivo che quanto più le esperienze che proponiamo al neonato assomigliano a qualcosa che già conosce, tanto più sarà a suo agio.
Fasciare un neonato significa contenerlo come faceva l’utero prima del parto.
Facciamola semplice: il piccoletto negli ultimi mesi di gravidanza è immerso in un liquido caldo, stretto stretto, avvolto e sostenuto dalle membrane uterine. Mamma di sotto, mamma di sopra, mamma a destra e mamma a sinistra: non conosce altro che il contatto. Una volta nato sta bene nell’abbraccio della mammae l’avvolgimento in fasce non è altro che un prolungamento di quest’ultimo.
“Ecco cosa potete fare per aiutare il vostro piccolo a calmarsi, chiudendo momentaneamente le porte al mondo esterno. Avvolgetelo.”
Così ci suggerisce Tracy Hogg, una puericultrice inglese che ha raccolto l’esperienza di anni di consulenze con tanti genitori in una piccola guida ricca di consigli e piacevole alla lettura, “Il linguaggio segreto dei neonati”.
Ogni bambino nasce con il proprio temperamento: ci sono neonati più tranquilli e neonati più sensibili a stimoli esterni ed interni. Ma qualunque bambino appena nato non sa di avere gambe e braccia proprie e nei momenti di stanchezza tutto quello sventolare di arti davanti al faccino non fa che renderlo più spaventato ed irrequieto (la mia bambina più piccola, come tanti bambini, ogni tanto sembrava avesse fatto qualche tipo di lotta con qualche tipo di gatto..in realtà erano le sue stesse manine a graffiarla!). Oltre ai movimenti attivi dobbiamo poi ricordare i piccoli sobbalzi dovuti al riflesso di Moro.. insomma dai, diciamocelo, addormentarsi non è proprio una passeggiata in tutto questo Can Can di movimenti!
Volendo invece scomodare le ricerche pare che i neonati avvolti abbiano una fase REM più tranquilla, risvegli meno frequenti e che dormano più a lungo. La fasciatura (se fatta con un tessuto traspirante e leggero come quello delle mussoline) aiuterebbe a mantenere costante la temperatura del corpo, consentendo al calore di concentrarsi nella pancia, agevolando dunque la digestione e aiutando a contenere le coliche gassose. Sempre secondo le ricerche, avvolgere in fasce spezzerebbe il circolo vizioso “stress psicologico-dolore-pianto” (tenendo a mente che psiche e soma sono proprio un tutt’uno in questa fase dalla vita).
Qualche indicazione pratica per fasciare un neonato:
piegare a triangolo una mussolina,
stenderci sopra il piccolo con il collo all’altezza della piega,
porre un braccino sul petto facendo passare il lembo della mussolina sopra il corpo e fare lo stesso con l’altro braccio.
Consiglio:
La mussolina deve aderire senza essere troppo stretta.
Essendo la massima esperta delle mie bambine, ma delle mie bambine soltanto, rimando al libro di Tracy, ma soprattutto ad una chiacchierata con un’ostetrica (ad esempio le nostre ostetriche vicine di casa per avere due dritte in più e più precise sulla faccenda.
Tracy Hogg, nel suo libro, suggerisce di avvolgere i bambini per le prime sei settimane di vita, liberandogli le mani quando cominciano a portarsele con curiosità verso il viso e la bocca.
Verso il terzo mese, quando i piccoletti iniziano a controllare meglio i movimenti del proprio corpo, si potranno mettere da parte le mussoline (da parte, ma sempre nel primo cassetto eh!!). I primi esperimenti motori (la testina che si tira su in posizione prona, i tentativi di girarsi…) vanno infatti sostenuti regalandogli libertà di movimento.
D’altra parte, questo sostegno fisico e psicologico del bambino continua con il contatto, l’abbraccio, la carezza (quanto dormono bene in fascia i nostri bambini?); si fonde nello sguardo accogliente e negli odori e sapori riconoscibili e tranquillizzanti; si prolunga con suoni ovattati che lentamente si trasformano in note, in melodie, quindi in fiabe e canzoncine (ma questa è un’altra storia!).
E usassi la mussolina per improvvisare un pannolino?
IL TUTORIAL
Per chi non volesse utilizzare pannolini usa e getta, una volta piegate e con l’aggiunta di una mutandina impermeabile, ecco qui il principio del pannolino lavabile (scelta sostenibile per la pelle del bambino, per l’ambiente e per il portafoglio). Intendiamoci: come già suggerito da Filippo nell’articolo sui pannolini lavabili i giorni successivi alla nascita ci si può prendere il tempo per prendere confidenza con il nuovo arrivato più che con il pannolino lavabile. Ma passate le prime settimane ci si può davvero cimentare con le mussoline, piegate con tecniche particolari (ce n’è tante, nessuna di queste è complessa). Il tessuto è naturale specie se in cotone biologico, non sbiancato, traspirante e quindi rispettoso della pelle del bambino; la tela sottile non ingoffa troppo e, come dicevo qualche riga fa, in poco tempo asciuga.
Quando poi le produzioni del piccinetto incominceranno a farsi un po’ più consistenti e si passerà al pannolino in spugna di cotone (più spesso ed assorbente) la mussolina può continuare a fare da inserto assorbente aggiuntivo.
Eh beh, ritornando al punto di partenza… quante ne potrebbe raccontare quel fazzolettone quadrato di cotone! E dopo infiniti lavaggi e strapazzamenti, quando non ci saranno più cuccioletti che girano per casa intrattenendoci con moccichi, rigurgiti e altre sorprese, potremo fare delle mussoline degli ottimi panni per pulire i vetri.
Cosa proponiamo alla formica?
Qui in negozio abbiamo le mussoline di FRESK in cotone biologico e con fantasie bellissime!
Le mitiche balene sulle mussoline Fresk
Anche Popolini fa delle ottime mussoline e propone anche il telino “Puck Manta” in maglina preformata.
Entrambe le imprese lavorano in maniera sostenibile, nel rispetto di standard etici e sociali.
Sui giochi di legno molto è stato scritto e molto si scrive ancora perciò semplicemente mi limiterò a raccontare perché, ancora prima di scegliere i giochi di legno come “formica”, li ho scelti come mamma. Provo romanticamente ad usare i 5 sensi per spiegarmi al meglio…
Belli
i giochi di legno sono belli da vedere sia quando rimangono del loro colore naturale sia quando i colori decisi ma gentili stimolano la curiosità degli occhi.
Caldi
è la sensazione che danno al tatto, piacevoli da sollevare, da impilare, da incastrare, da spostare e anche trasportare.
Buoni
eh si, perché alcuni giochi in legno che vi proponiamo sono adatti per essere “esplorati” anche con la bocca per i neonati curiosi di assaggiare e conoscere tutto il mondo man mano che crescono.
Musicali
evitando di concentrarci sugli strumenti musicali, possiamo accorgerci che il suono di qualsiasi gioco di legno è armonioso e piacevole per le nostre orecchie di genitori a volte sature di grida e di concerti inventati dai nostri piccoli!
Sani
i giochi che proponiamo sono atossici e quindi anche il loro odore è naturale e per questo non fastidioso.
Insomma, se proprio vogliamo dirla tutta ed impersonarci per un attimo nel buon Geppetto che vide il suo Pinocchio prendere vita, oserei direi che i giochi di legno hanno una forte personalità e sono molto simpatici!!!!
Detto questo non ci resta che leggere le istruzioni per l’uso che sono semplici, molto chiare e senza limiti d’età: GIOCARE, GIOCARE, GIOCARE!!!
ps: “La nota di Beppi”
I giocattoli in legno sono stimolanti perché possono essere facilmente modificati sviluppando la fantasia. Si possono aggiungere pezzi, avvitare, incollare, tagliare, colorare anche con piccoli e facili strumenti come quelli per il traforo e usando materiale semplice e leggero come la balsa che è il legno più leggero al mondo.
I giocattoli in legno non muoiono mai perché il legno stesso non muore mai: si può trasformare nelle nostre mani e anche se si rompe può essere comunque usato per un altro scopo o per inventare un altro… giocattolo!
Eccoci alle prime giornate primaverili col sole che ci scalda fino a sera, lo aspettavamo!
La campagna sta esplodendo di vita e anche noi non vediamo l’ora di “prenderci due raggi” in stile Govi!
D’altronde mio figlio di 4 anni poi è da Novembre che mi chiede:
– Quando torna il caldo che possiamo andare al mare? –
– Ci siamo quasi! – gli dico da tutto l’inverno, ma ora è vero! Ci siamo quasi!
Giusto stamattina ho sentito dire: “Mi sono già scottato stando due ore al sole” e in questi giorni in diversi ci hanno scritto per chiederci che tipi di creme solari abbiamo.
Ecco qui due righe per raccontarvi cosa proponiamo noi.
AVVERTENZA: Questo non sarà un articolo tecnico o scientifico: non siamo né chimici cosmetologi, né erboristi, né tanto meno medici, ma abbiamo letto e ascoltato qua e là e comunque conosciamo bene i prodotti che vendiamo e oggi ve ne parliamo. E poi quando abbiamo bisogno di saperne di più facciamo intervenire il nostro chimico cosmetologo di fiducia Luigi Barbieri (Naturaequa).
C’è da dire che i prodotti dedicati alla protezione solare sono tra i cosmetici più complessi e controversi perché presentano un alto livello di tecnologia e ingredienti che devono garantire un’ottima abbronzatura pur proteggendo dai raggi di sole “cattivi”.
Si tratta dei raggi UVA e UVB. I primi hanno un’azione più profonda e sono responsabili dell’invecchiamento della pelle e possono provocare tumori della pelle. I raggi UVB invece sono quelli che ci scottano e possono dare anche danni più seri nel lungo periodo.
Chiaramente i raggi del sole hanno anche effetti benefici e vitali per il nostro organismo come la sintesi della vitamina D oltre che la felicità!
Nei prodotti convenzionali troviamo diversi ingredienti che possono essere evitati e che possiamo individuare fin dall’etichetta. Ecco qualche indicazione:
Fare attenzione ai filtri chimici. Non c’è ancora chiarezza a riguardo, ma fra tutti i più discussi sono i Benzofenoni,soprattutto l’Oxybenzone o Benzophenone-3 che può penetrare in profondità e comportarsi come ormone estrogeno. Attenzione anche all’Homosalate che potrebbe presentare gli stessi problemi.
Evitare creme con la scritta PABA, perché potrebbero dare allergia.
Evitare i siliconi. Li riconoscete perché i nomi finiscono in -siloxane o -thicone.
Qual è l’alternativa?
In negozio proponiamo una linea di creme solari di marca Bjobj che non hanno filtri chimici e presentano un INCI con ottimi ingredienti.
Si tratta di una linea di creme solari con filtri fisici minerali e naturali che proteggono dai raggi UVA e UVB. Le formule sono studiate nei particolari e sempre in evoluzione: negli anni noi stessi abbiamo notato diversi miglioramenti. Tra gli ingredienti ci sono estratti e oli da agricoltura biologica, che permettono l’abbronzatura, idratano e proteggono da scottature e altri effetti negativi dell’esposizione al sole.
La linea è composta da:
due tipi di crema per adulto con fattore di protezione alto e medio, due tipi di cremaBIMBI con protezione Alta (SPF 30 e 50, senza profumi e pensate per la pelle più delicata), una Crema Viso anti-age, un doposole e un olio capelli.
I prodotti Bjobj sono certificati ECO BIO, NICHEL TESTED e senza alcuna sostanza animale o di derivazione animale.
QUINDI…
Se cercate una crema che vi faccia abbronzare ma che vi dia anche una buona protezione senza spalmarvi prodotti dannosi sulla pelle, questi solari sono quelli che fanno per voi.
Alcune informazioni di questo articolo sono tratte da vari articoli pubblicati dalla rivista Terra Nuova.
Sono ecologici, sono migliori per i bambini e fanno risparmiare moltissimi soldi: ecco la dimostrazione che ecologia, risparmio e benessere possono convivere serenamente.
SONO ECOLOGICI
Immaginate di usare per i bimbi vestiti usa e getta: quando sono sporchi si buttano.
Comodità assoluta: cambi tuo figlio e il body è sporco? Via nella spazzatura e gli metti vestiti monouso nuovi. È assurdo?
Ok, l’ho sparata grossa, ma al di là di questa provocazione resta il fatto che per i pannolini funziona proprio così. Lo usi per qualche ora e lo getti via. Lui poi ci mette circa 400 anni prima di degradarsi nell’ambiente, ma vabbé noi non lo vediamo più e non vogliamo neanche saperne niente.
Qualche dato
Considerando che i bambini in media tolgono il pannolino tra i due anni e mezzo e i tre anni con una media di 5 o 6 cambi al giorno:
ogni bambino consuma più di 5000 pannolini usa e getta. É una montagna di rifiuti impressionante, provate a calcolarne il peso o la superficie che occuperebbero messi tutti vicini (io l’ho fatto e casa mia ne sarebbe ricoperta).
I pannolini lavabili rispettano la pelle delicata dei bambini grazie a materiali naturali e traspiranti.
Le “dermatiti da pannolino” a volte sono causate proprio dalle sostanze chimiche presenti all’interno dei pannolini usa e getta per lasciare asciutti, camuffare gli odori sbiancare et c. Ma… al bambino veramente interessa che la puzza sia trasformata in profumo?* Anche le sostanze super assorbenti messe nei pannolini usa e getta per lasciare la pelle asciutta tendono a surriscaldare la pelle favorendo arrossamenti e irritazioni.
Trovo assurdo spalmare chili di crema lenitiva sulla pelle dei bimbi per difenderli da un accessorio che gli mettiamo noi.
I pannolini lavabili non contengono schifezze: sono fatti di cotone che puoi lavare con detersivi naturali e ammorbidire con l’acido citrico.
È importante fare attenzione scegliendo pannolini lavabili in materiali naturali – il cotone biologico ad esempio – che non diano problemi come il surriscaldamento.
*Che poi in realtà quello che viene fuori è un odore dolciastro che io trovo ancora più disgustoso della vera puzza del pannolino. (nota di Filippo)
FANNO RISPARMIARE MOLTISSIMI SOLDI
Ecco che finalmente emerge la nostra tipica parsimonia genovese! Scherzi a parte, sfatiamo l’idea che meglio si sceglie più si spende, anzi a volte basta riflettere un po’ per usare meglio le risorse e addirittura risparmiare, come in questo caso.
Quanto costano i pannolini usa e getta?
Ho fatto una piccola ricerca prendendo in considerazione varie marche di usa e getta e raccogliendo dati da amici e sul web. Ho trovato stime molto oscillanti, ma assumerei come ragionevole con pannolini usa e getta una spesa di 1800 € a bambino dalla nascita allo spannolinamento. Una bella spesa per il bilancio familiare.
Quanto costano i pannolini lavabili?
Anche i lavabili hanno diversi prezzi. Posso dire che per acquistare tutto il necessario fino allo spannolinamento nel nostro negozio si spendono al massimo 400 €.
Risparmio per chi usa i lavabili: circa 1400 € a bambino
Chiedeteci informazioni: saremo felici di raccontarvi quel che sappiamo sia da rivenditori che da genitori che utilizzano i lavabili.
I nostri pannolini lavabili sono POPOLINI. È un produttore austriaco con sede a Vienna che produce pannolini lavabili da ormai 26 anni.
Una gamma di prodotti adatti a ogni esigenza.
POPOLINI fa ottimi prodotti frutto di 26 anni di esperienza e di ricerca che continua ancora oggi a portare migliorie. I loro pannolini sono in cotone biologico, ottimo materiale per assorbenza e delicatezza sulla pelle. La certificazione bio e GOTS dà garanzie a livello ambientale ma anche a sul rispetto di standard etici e sociali (qui ci sono tutte le certificazioni dell’azienda). A questo proposito POPOLINI ci piace molto anche perché ha una filiera molto trasparente: la produzione è a Tiszalok in Ungheria dove un certificatore svizzero (per provenienza e per precisione) compie sopralluoghi a sorpresa per verificare che tutto avvenga a norma e secondo gli standard.
Siamo andati varie volte in visita alla Popolini a Vienna e abbiamo anche visitato la fabbrica in Ungheria trovando un’ottima realtà aziendale con cui siamo felici di collaborare.
Come sono fatti i vostri pannolini?
Abbiamo scelto modelli che si “smontano” in più pezzi piuttosto che modelli all-in-one.
Ogni pannolino è composto da:
Una parte assorbente in spugna di cotone bio. E’ taglia unica da 3 a 15 kg e comprende anche un assorbente in più. Può avere la chiusura velcro o con automatici.
Una parte impermeabile (“cover”) in materiale sintetico tecnico per avere la massima tenuta e la massima traspirazione un po’ come i materiali da montagna. Ha varie taglie (XS, S M, L e XL) e anche in questo caso può avere la chiusura velcro o con automatici.
Si può usare come ultimo strato prima della pelle una velina raccogli feci monouso in cellulosa che facilita il prelavaggio.
Separare le varie parti invece che avere tutto cucito in un pezzo solo ha 3 vantaggi:
è più economico: posso comprare più interni assorbenti e meno cover esterne;
asciuga prima
le cover si rovinano meno: le parti impermeabili sono più delicate e posso lavarle a mano invece che in lavatrice.
Quanti pannolini bisogna avere?
Noi consigliamo di avere 20 mutandine assorbenti e 3 cover impermeabili per taglia. Popolini ha composto dei set con 10 interni assorbenti e 1 cover, quindi basta prendere 2 set e poi man mano che il bimbo cresce aggiungere le taglie più grandi delle mutandine esterne. Queste ultime asciugano più velocemente e quindi basta averne 3 (una sporca che tolgo, una pulita che metto e una che magari sta ancora asciugando).
Posso provarne anche solo uno?
Certo, ogni prodotto è venduto all’interno di un set oppure singolarmente. Chiaramente in questo modo si sperimenta il prodotto e non tutto il processo di uso.
Quando si può iniziare?
Dipende dai genitori, qualcuno inizia anche subito, magari partendo con dei prefold. Il nostro consiglio è di darsi il tempo di conoscere il bambino e superare i primi ostacoli dalla vita da genitori (“cambiandolo mi rimarrà in mano la gamba?”). I pannolini lavabili sono degli ottimi accessori ma non devono rubarci attenzione dal bambino. È possibile anche che con un bimbo un po’ irrobustito dalle prime settimane i pannolini funzionino meglio.
Come si lavano?
Dopo un prelavaggio a mano il pannolino si può mettere in lavatrice a temperature variabili. In casi eccezionali questi pannolini reggono anche 90°. La nostra esperienza è che dopo un buon prelavaggio si possono fare lavatrici miste con il normale bucato. Bisogna usare detersivi naturali e acido citrico al posto dell’ammorbidente. É molto utile il percarbonato, utile additivo naturale di cui parliamo anche qui.
Percarbonato: sbianca e igienizza in modo naturale.
Con i nostri bimbi abbiamo sempre usato i Popolini anche di notte e hanno sempre funzionato bene.
Ma… tiene come un usa e getta?
Certamente! Non accettiamo l’idea che i prodotti ecologici possono funzionare male “però sono ecologici”. Pretendiamo dai prodotti ecologici le stesse prestazioni dei convenzionali se non migliori.
Classica frase fatta? In realtà è proprio vero. Se penso a quanti ricordi abbiamo del nostro bimbetto portato stretto stretto quando era appena nato!
La nostra era una bella fascia morbida, rossa, regalata dai nostri amici Emi e Lucy che venendo da Milano si sa, sono sempre più avanti.
Quanto l’abbiamo usata quella fascia! Ci ha decisamente salvato abitando in una creuza non carrabile, senza ascensore e ci ha reso i primi mesi molto più agili che con il passeggino che ci avevano prestato, ma che è rimasto fermo in fondo alle scale del palazzo! Tirando tirando ci siamo fatti anche delle belle gite; col crescere del peso, però la nostra fascia in jersey non ce l’ha più fatta.
Anche le migliori fasce morbide* infatti ad un certo punto non riescono più a portare correttamente e ci si ritrova dopo poco il bimbetto malmesso e la nostra schiena che implora pietà.
È quello il momento di passare a una fascia rigida e poi eventualmente a un marsupio strutturato.
E la fascia che ci ha accompagnato in questi primi mesi rimane ferma nell’armadio inutilizzata. Certo, capita di prestarla ad amici per fargli scoprire questo modo di portare i bimbi, ma vi ho raccontato questa storia perché abbiamo un bel suggerimento su come far girare queste fasce a genitori che ne hanno proprio bisogno.
Conoscete Cicogna Sprint Onlus?
Èun’associazione che con grande forza e volontà è formata da genitori di bambini prematuri o che hanno avuto patologie particolari alla nascita ed hanno avuto il loro figlio o figlia ricoverati per un lungo periodo nel reparto di Rianimazione o Patologia Neonatale dell’Istituto Gaslini di Genova. Il loro lavoro è proprio di supporto alle famiglie. Vi confesso che ogni volta che parlo con Mascha (una delle mamme attive nell’associazione) o che leggo le pagine del loro sito non riesco a trattenere qualche lacrima per un misto di tenerezza e ammirazione per l’incredibile forza di questi bimbi e dei loro genitori.
Beh, Cicogna Sprint ha un progetto che si chiama “Una fascia per amica” che si pone come obbiettivo di
dare una fascia morbida a tutti i genitori di bimbi prematuri
perché possano continuare la marsupio terapia anche quando – finalmente – vanno a casa.Come?
Prestiamogliela!
Chi vuole può donare la propria fascia a Cicogna Sprint che la presterà ad altri genitori. Stare a contatto con la mamma è una delle cose che manca di più a un bambino prematuro, la fascia può essere di grande aiuto.
Potete portare la fascia che volete donare da noi qui in negozio e noi la daremo subito alla Cicogna Sprint per questo bellissimo servizio.
Ah, il 17 novembre è la giornata mondiale della prematurità.
*Nota del precisino: Personalmente preferisco chiamare queste fasce “morbide”, ma si possono anche chiamare “elastiche”, l’importante però è che siano in cotone al 100% evitando quelle che contengono elastan o nylon, controllate l’etichetta.